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04 10 2013 | Rimini | Dalla Camera, Arlotti: Un nuovo fondo per la difesa del suolo

Venerdì, 04 Ottobre 2013

tortora-chiaroRimini | Dalla Camera, Arlotti: Un nuovo fondo per la difesa del suolo

 

A 50 anni dalla tragedia del Vajont, buone notizie per le aree di dissesto idrogeologico, anche quelle del riminese. La Commissione ambiente della Camera ha approvato ieri all’unanimità una risoluzione bipartisan, sottoscritta dai rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari, che impegna il Governo a stanziare 500 milioni annui per la difesa del suolo e ad assumere iniziative per rivedere il Patto di stabilità interno. La notizia arriva dal deputato del Pd Tiziano Arlotti, membro della commissione.

 
Nel territorio di Rimini e provincia - ricorda Arlotti - sono registrati centinaia di movimenti franosi più o meno quiescenti, una decina di situazioni di rischio idraulico e una ventina di consolidamenti necessari sui tratti di viabilità principale". Tra i movimenti franosi più rilevanti censiti dalla Provincia di Rimini vi sono, ad esempio, cinque frane a Montegridolfo (centro storico, capoluogo e Trebbio), quattro a San Leo (Villanova-Maiano, monte San Paolo, Montale Case Carnaio, Iole-Ca Mandrelli) e altrettante a Sant'Agata (strade comunali, ponte Marecchiola e cimitero Sapigno) e tre a Casteldelci (Gattara e torre storica, Durceto-Fragheto). Ci sono anche numerose situazioni che richiedono il consolidamento e la messa in sicurezza di svariati tratti di strada e banchine in Valconca e Valmarecchia.


"Per i soli interventi urgenti di competenza della Provincia - sottolinea Arlotti - occorrerebbero fino a 7 milioni di euro, a cui vanno aggiunte le ulteriori e considerevoli risorse necessarie per gli interventi di competenza del Servizio tecnico bacino Romagna (ex Genio civile). La risoluzione intende mettere a disposizione fondi proprio per questo, con l'importante impegno a escludere dal patto di stabilità interno gli interventi di prevenzione e manutenzione del territorio e di contrasto al dissesto idrogeologico. Non va dimenticato che in Italia costo dei danni legato ad alluvioni e frane fra il 1944 e il 2012 è stato stimato da Cresme e Ance in 61,5 miliardi di euro e che gli effetti conseguenti ai cambiamenti climatici in atto sono ormai tali che gli eventi estremi in Italia hanno subito un aumento esponenziale, passando da uno circa ogni 15 anni di prima degli anni ’90, a 4-5 l’anno”.


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